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martedì 25 ottobre 2011

Pensieri e bugie di chi evade le tasse

Pensieri e bugie di chi evade le tasse

Oggi in Italia abbiamo la certezza che la causa principale delle difficoltà economiche che il nostro paese attraversa è rappresentato dal livello di evasione fiscale raggiunto in misura tale da essere il più alto d’Europa ed uno dei più alti nel mondo. E’ giusto chiedersi  allora che cosa veramente pensa un evasore fiscale! Egli riesce, qualche volta, a sentirsi in colpa perché non rispetta le leggi o perché sa che il suo atteggiamento, insieme a quello di tanti altri parassiti come lui, impedisce che nelle città dove abitiamo ci possano essere servizi migliori: maggiore pulizia, trasporti più efficienti,  assistenza sociale, maggiore occupazione e politiche per i giovani? E quando sorride nei parchi ai bambini o agli anziani, non sente di essere un bugiardo perché quei bambini e quegli anziani, grazie a lui, avranno meno parchi giochi, scuole mai ristrutturate o centri di ricreazione sempre meno numerosi? Ma forse il nostro evasore si sente furbo credendo di aver truffato lo Stato e di essere al di sopra di ogni cosa. E se un giorno avesse un incidente, fosse ricoverato in ospedale e dovesse prendere una medicina che in quel momento non c’è, perché anche la sanità ha ridotto il suo budget, grazie anche a lui, cosa ne penserebbe? E poi, chi evade le tasse, ha forse dimenticato di essere stato anche lui un bambino in cerca di un campo sportivo o di una piscina e di aver trascorso le vacanze in una spiaggia che non era stata mai pulita o di aver nuotato in un mare sporco perché gli impianti di depurazione scarseggiavano perché i comuni non avevano fondi? Tanti pensieri, tante riflessioni, ma allora non sarebbe meglio vivere con qualche soldo in meno che certo non ti rende più felice, né più sereno, pagare le tasse e contribuire così a rendere più vivibile la città e la nazione in cui vive? La risposta non può che essere si, soprattutto perché è certo che il nostro evasore non potrà che essere più sincero con sé stesso e con chi gli sta attorno.
Giuseppe Soraci

Come si diventa bamboccioni

Purtroppo al giorno d'oggi ci sono due tipi di bamboccioni.
I figli di papà: che hanno tanti soldi, le belle macchine, che vanno a mangiare nei ristoranti di lusso e non vogliono lavorare perché tanto sono già ricchi.
Poi ci sono i bamboccioni non per scelta, ma quelli che sono costretti a  stare in casa perché non possono permettersi neanche di comprarsi una pizza di quanto sono poveri.
Alcuni sono bamboccioni già da piccoli, perché fa tutto la mamma, quindi noi invece di svolgere i nostri compiti pensiamo a giocare. Già da bambini bisognerebbe imparare a fare i nostri doveri che mano a mano che cresciamo aumentano e sono sempre più difficili.                                 Una volta finita la scuola superiore, si va all'università, ma quando ci si laurea che si conclude? A che serve studiare faticosamente per ottenere una laurea, che altro non è che un misero pezzo di carta?
E' questo il punto! Non si sa cosa si farà in futuro! Cosa si potrebbe fare una volta laureati? Niente! anche con la laurea una persona non trova un lavoro.
Molti vivono grazie allo stipendio dei genitori, ma chi non ha questa fortuna?
Il punto è che nella vita niente è prevedibile, le cose possono cambiare da un momento all'altro.
Ma la gente invece di criticare i ragazzi, dicendo che non vogliono fare niente, perché non capiscono i problemi che hanno? Non è facile trovare un lavoro, ansi, è raro. La maggior parte dei giovani fanno i camerieri o vengono sfruttati per pochi spiccioli al mese, mentre non era quello il loro sogno! Tutti noi da piccoli sognavamo cosa fare da grandi: cantanti, ballerini, insegnanti, avvocati ecc... ma purtroppo ciò non è possibile.
Questo è un problema perché passa anche la voglia di studiare. Non serve a niente avere una o due lauree in medicina se poi sei costretto a fare il giardiniere.
Certo per alcuni è facile trovare lavoro, grazie alla giuste raccomandazioni. Ma chi non è raccomandato? E' costretto a vivere nella miseria perché gente meno qualificata di loro, ha la precedenza ad avere un lavoro, solamente perché ha buoni contatti?
Cosa si dovrebbe fare per migliorare questa situazione? Purtroppo noi non possiamo fare niente, questo compito spetta ai politici, ma loro pensano solo ai loro interessi.
Se si continua così non ci sarà un futuro, perché formare una famiglia è troppo faticoso e un bambino è troppo costoso.
Se i nostri superiori si decidessero a fare qualcosa di utile per risolvere questi problemi, invece di stare a pensare alle tasse che devono mettere, la situazione migliorerebbe alla grande, ci sarebbero dei posti di lavoro fissi e la gente potrebbe creare tranquillamente una famiglia.
Se si continua di questo passo tra qualche anno non riesco a immaginare come vivremo, visto che le cose andranno ancora peggio
Se diminuissero gli stipendi inerenti alle più alte cariche dirigenziali, e se venissero aboliti alcuni privilegi forse, potrebbe migliorare qualcosa per le fasce più umili della società.
Mariagrazia Gagliardo III A

lunedì 24 ottobre 2011

Eto’o all’inter?

Samuel eto’o durante la pausa invernale del campionato russo manifesta il desiderio di giocare con l’inter, durante il periodo di interruzione dagli allenamenti. Gli piace molto la serie A così, come pure, la rosa dell’Inter con cui ha già giocato nella stagione 2010/2011. Ottime le prestazioni dell’attaccante che, nelle sole gare ufficiali ha segnato la bellezza di 37 gol. Venduto alla squadra russa Anzhi, non ha mai rinunciato al suo desiderio di essere riassorbito nella squadra interista.
Claudio Vigorelli, il manager del camerunese Samuel Eto’o, ha confermato le voci che gravitano attorno al giocatore, del suo desiderio di cambiar clima ma, nel momento in cui si parla di trattative in corso, arriva subito la smentita sia da parte del presidente del club italiano Massimo Moratti che del dirigente tecnico del club russo German Chistyako : “Non c’è nessun negoziato in corso”; affermazione avallata dalle trattative in corso del presidente Massimo Moratti.
Cadono le speranze di coloro che hanno confidato in Eto’o per una ripresa dell’Inter, che sicuramente non sta attraversando la sua fase migliore e senza l’attaccante sarà difficile risalire in vetta.

Steve Jobs

Steve Jobs nacque a San Francisco il 24 febbraio del 1955 ed è morto a  Palo Alto il 5 ottobre del 2011. Durante la sua vita fu un imprenditore, informatico e inventore statunitense; inoltre fu confondatore della Apple Inc., di cui è stato amministratore delegato fino al 24 agosto 2011, quando si è dimesso da CEO (chief executive officer) per divenire presidente del CDA( consiglio di amministrazione); è stato proprietario di Next Computer e amministratore delegato di Pixar prima dell'acquisto da parte della Disney. E’ noto per aver introdotto al grande pubblico il primo personal computer (apple II) e prodotti di successo come Ipod, Iphone e Ipad. E’ stato tra i primi a intuire la potenzialità del mouse e dell'interfaccia a icone presenti sullo Xerox Star e creando Macintosh . Jobs venne classificato primo tra i 25 uomini d'affari più potenti del 2007. Dopo aver scoperto nel 2004 una rara forma di tumore maligno al pancreas, meno aggressiva della forma più comune, sviluppatosi nei 9 mesi precedenti apparentemente senza sintomi, viene sottoposto a duodenocefalopancreatectomia per la rimozione del cancro. A causa della malattia, Jobs incaricò Tim Cook come amministratore delegato Apple. Steve Jobs a mio parere ha fatto grandi invenzioni a partire dai computer con una memoria eccellente, con gli straordinari Iphone. Oggi quasi 4 ragazzi su 10 anno un tablet, un iphone ,un ipod o un computer apple, ai restanti piacerebbe avere un prodotto di Steve Jobs perché sono a dir poco fantastici, ma purtroppo alcuni di essi non se lo possono permettere a causa del costo elevato.
Personalmente mi piacciono molto i prodotti Apple per le loro funzionalità come ad esempio la wi-fi e la possibilità dell’interscambiabilità dei programmi marchiati apple.
Grazie al suo impegno la tecnologia ha fatto grandi passi negli ultimi decenni.
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